Stranger Things 3- Recensione spoiler
Il 4 luglio su Netflix è uscita la nuova (e attesissima) stagione di "Stranger Things", la serie fantascientifica ambientata negli anni '80 che sta letteralmente facendo impazzire tutti. Le aspettative riguardo questa terza stagione erano davvero altissime e le opinioni sono piuttosto contrastanti, ma per quanto mi riguardo è stata una stagione davvero fantastica, che mi ha intrattenuta tantissimo (alla fine non è proprio questo lo scopo di una serie tv?) e che non ha perso di qualità rispetto alle stagioni precedenti. Sto scrivendo questa recensione il giorno dopo aver visto l'ultimo episodio, che mi ha procurato non pochi pianti e che mi ha lasciato un pochino di quel senso di vuoto che provi dopo aver finito qualcosa di bello; dunque iniziamo:
- Differenze dalle prime stagioni
Sotto molti aspetti questa stagione è stata completamente diversa dalle due che l'hanno preceduta: innanzitutto il "mostro" con cui i protagonisti avevano a che fare non era completamente sconosciuto; il demorgogone (e il relativo sottosopra) della prima stagione ed il Mind Flayer della seconda erano elementi ancora sconosciuti ai protagonisti e pertanto buona parte della stagione si basava sul tentativo di capire cosa fossero queste creature e cosa stesse succedendo, mentre in questa terza stagione la situazione è diversa poichè già conosciamo il "mostro" con cui abbiamo a che fare e assistiamo ad una sua evoluzione. Questo fatto, a mio parere, ha reso la stagione leggermente meno inquietante rispetto alle due prima poichè comunque sappiamo già con chi abbiamo a che fare ed il cattivo principale sono i russi più che il mind flayer e, inutile dirlo, le persone fanno meno paura dei mostri (anche se forse dovrebbe essere il contrario). Un dettaglio che mi ha molto colpita (e devo dire anche sorpresa) è la scelta degli sceneggiatori di non inserire la canzone "Should i stay or should i go?", una vera e propria icona della serie. Anche i rapporti tra personaggi sono molto cambiati: la squadra dei protagonisti, composta da Mike, Will, Dustin e Lucas, alla quale si sono aggiunte due ragazze, Max ed Eleven, passa più tempo separata che insieme e ci sono pochissime scene, per non dire nessuna, che vedono insieme i fratelli Byers, molto uniti nelle stagioni precedenti. Ma, alla fine, tutti i personaggi sono cresciuti e, proprio come avviene nella vita vera, i rapporti cambiano.
Inoltre ho apprezzato molto il personaggio di Billy, la sua storia e il suo legame con la sorella Max, che è più profondo di quanto uno possa pensare: chi di noi non si è commosso quando ha visto la ragazza seduta sul letto del fratello dopo la sua morte, con lo sguardo perso nel vuoto e così pieno di dolore?
-Nuovi personaggi e rivelazioni
Tra i personaggi più importanti che sono stati introdotti in questa stagione non si può non citare Robin, la collega di Steve alla gelateria Scoop-Ahoy e interpretata da Maya Hawke, che da mamma Uma Thurman e papà Ethan Hawke non ha preso solo la bellezza, ma anche la bravura nel recitare ed il suo personaggio è sicuramente uno dei migliori della serie. Seppur per certi versi un po' esagerato e irrealistico (ma dopotutto è una serie tv fantascientifica, non un documentario storico) il personaggio di Robin è scritto molto bene e ho apprezzato molto non solo il fatto che abbia "friendzonato" Steve (se si fossero messi insieme, ammettiamolo, sarebbe stato incredibilmente banale), ma anche che, pur essendo omosessuale, non sia stata ritratta in modo esagerato e fuori dalle righe, come purtroppo avviene spesso con i personaggi omosessuali in generale, dipinti sempre in modo esagerato e palesemente in contrasto con i personaggi eterosessuali, cosa che, nella vita reale, non è vera.
-Effetti speciali
Sulla qualità degli effetti speciali di "Stranger Things" non c'è niente da dire se non che sono pazzeschi e in questa stagione, a mio parere, si sono davvero superati: i giochi di luci presenti in diversi punti sono sensazionali, come quando nell'ultima puntata i ragazzi iniziano a colpire il Mind Flayer con i fuochi d'artifico, creando un contrasto tra i colori scuri del mostro e la vivacità dei fuochi veramente pazzesco.
Mi sembra quasi inutile dirlo, ma la fotografia della serie è davvero incredibile: spesso questo elemento viene spesso trascurato dai creatori delle serie tv, ma non è questo il caso.
-Il passato non è sempre bello come sembra
Queste serie ambientate nel passato ci fanno sempre venir voglia di vivere in quell'epoca, dove tutto sembra perfetto anche quando non è così; bene, in questa terza stagione gli sceneggiatori ci mostrano che negli anni '80 non era tutto rose e fiori (Mind Flayer a parte, ovviamente), anzi spesso le giovani ragazze ambiziose, come Nancy Wheeler, venivano prese in giro dagli uomini e relegate ai lavori più umili, senza che la loro opinione contasse qualcosa e senza ricevere un minimo del rispetto che meritano.
Quello che rende "Stranger Things" una delle serie migliori in circolazione è la sua mescolanza di stili diversi, così ben equilibrati da far risultare il prodotto finale completo e godibilissimo; per non parlare del cast, composto principalmente da attori adolescenti (che nelle prime stagioni sono addirittura bambini) che recitano non bene, di più e che sommati a personaggi scritti magnificamente non possono che creare una combinazione esplosiva.
In molti hanno criticato questa serie definendola "trash" a causa del suo enorme successo, ma personalmente trovo questa idea riduttiva e banale: non è che solo prodotti di scarsa qualità hanno successo nell'ambito dell'industria culturale (un esempio di ciò è il film "La la land", un vero e proprio capolavoro del cinema che ha avuto un successo incredibile) e la qualità di questa serie è innegabile (nonostante alcuni momenti trash che sono facilmente perdonabili) e penso proprio che si meriti tutto il successo che sta avendo.
-A
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