Donne alla regia
Ho deciso di iniziare una nuova serie sul mio blog dedicata alle
donne alla regia: purtroppo quello del regista viene considerato un
ruolo prettamente maschile e nella maggior parte dei casi le
pellicole più importanti non vengono affidate a donne.
Nel 2018, quando
venne candidata all’Oscar come miglior regista Greta Gerwig per
il film “Lady Bird”, scoppiò la polemica perché in molti
notarono che in 90 edizioni, lei era solamente la quinta regista
donna ad essere candidata a questo premio e in molti notarono che di
questa cinque solo una, Kathryn Bigelow, aveva effettivamente vinto
la statuetta.
Insomma, dopo questi
eventi si parlò a lungo di incentivare le donne ad intraprendere
questa carriera, ma a quanto pare erano solo parole buttate al vento
perché l’anno seguente non c’era neppure una donna candidata per
la celebre statuetta; ora in molti diranno che l’Oscar deve essere
dato in base alla bravura del regista e non al suo sesso e pertanto,
se solo gli uomini hanno realizzato film degni di questo premio, è
giusto candidare solo loro, senza inserire donne che non se lo
meritano solo per far vedere che non si fanno discriminazioni. Sul
fatto che l’Oscar debba premiare la bravura e non il sesso sono più
che d’accordo (infatti non ho niente da ridere sul fatto che nel
2018 il premio venne affidato a Guillermo Del Toro per “The shape
of water”), ma il problema è un altro: alle donne non vengono
quasi mai affidate pellicole che hanno il potenziale per andare agli
Oscar (o ad altri premi importanti) perché, essendo quello del
regista un ruolo di comando sul set, non si vuole che sia una donna a
ricoprirlo.
Ecco perché ho
deciso di fondare questa piccola rubrica, dove parlerò di donne che
hanno diretto grandi film, ma che per un motivo o per l’altro solo
rimaste semi sconosciute e inoltre intendo raccontare di quelle
cinque donne che hanno avuto la possibilità di essere candidate (e
una di loro anche di vincere) la statuetta simbolo del successo
cinematografico, nella speranza che un giorno non ci sia più bisogno
di rubriche come questa. Ho deciso che, invece di parlarvi della
loro biografia (che potete tranquillamente trovare su svariati siti),
parlerò dei loro film e del loro lavoro come registe, che penso sia
il modo migliore per rendere loro giustizia; il mio obiettivo è
quello di farvi scoprire alcune registe davvero brave (e alcune, ci
tengo a precisarlo, sono anche famose) analizzando le loro opere, per
far sì che sempre più persone conoscano il loro lavoro.
Molti potranno
pensare che scrivere recensioni di film diretti da donne in una
rubrica a loro dedicata possa essere in qualche modo discriminatorio
poiché non le recensisco come faccio solitamente con gli altri film,
ma sono convinta che in questo momento storico, in cui il femminismo
sta facendo indubbiamente passi avanti, ma che spesso viene intenso
semplicemente come acquistare una maglietta con su scritto “Girl
power” e non come fare qualcosa concretamente, penso che sia
importante aiutare le persone a scoprire le donne che si celano
dietro le quinte dei film, che spesso devono faticare il doppio degli
uomini per poter dirigere un film e il tutto solo perché sono nate
senza un pene.
Pertanto dalla
prossima settimana inizierò a parlerò di donne alla regia che hanno
diretto grandi film spesso poco conosciuti e spero che vi possa
piacere.
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