Donnie Darko- Recensione spoiler


Di recente ho deciso di guardare questo film del 2001 che da anni volevo recuperare, ma che per un motivo o per l’altro non avevo mai visto; sinceramente non sapevo bene cosa aspettarmi perché le recensioni erano ottime, ma il film mi sembrava alquanto strano. Strano lo è di sicuro, ma è un vero e proprio capolavoro cinematografico.

Il protagonista è Donnie Darko (interpretato da un meraviglioso Jake Gyllenhaal), un ragazzo che soffre di sonnambulismo e che si ritrova a vagare di notte per la città e, proprio per questo motivo, è in cura da una psicologa (anche se più avanti si scoprirà un altro motivo che lo ha portato dalla dottoressa, ma non vi dico niente). Le allucinazioni di Donnie sono causate da Frank, un coniglio decisamente inquietante che gli dice che il mondo finirà il 28 ottobre; una notte, mentre vaga per la città, il motore di un aereo si schianta proprio nella sua stanza e questo significa solo una cosa: Frank gli ha salvato la vita. Successivamente Donnie inizierà a compiere atti a dir poco vandalici e scoprirà la teoria dei wormhole e si renderà conto di essere in qualche modo in grado di prevedere il futuro.


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Decisamente complicato e di difficile interpretazione (proprio perché il regista non ha voluto un film che fosse interpretabile in un unico modo, ma che permettesse diverse teorie senza prediligerne una), “Donnie Darko” è un film inquietante e fortemente accusatorio che parla di malattie mentali in modo quasi spaventoso e che unisce diversi generi apparentemente molto diversi, ma che si amalgamano perfettamente. Tutto il film è pervaso da un forte senso di inquietudine, un’attesa di qualcosa di tragico che si avvicina troppo lentamente e allo stesso tempo troppo velocemente, quell’attesa estenuante, che ti consuma. Donnie rappresenta in qualche modo la ribellione ad una società che ricerca solo la perfezione apparente e che ama affidarsi a soluzioni semplici, ma che spesso sono totalmente inefficaci, come la linea della vita ai cui opposti ci sono solo paura e amore.

Donnie è un ragazzo strano: sembra sempre tranquillo e solitario, uno che ama stare da solo e che non farebbe del male ad una mosca, ma non appena la psicologa prova ad ipnotizzarlo, ecco che il suo lato oscuro esce; la prima volta che viene tentato questo approccio, il ragazzo inizia a masturbarsi davanti a lei mentre la seconda volta non solo confessa di essere stato lui ad allagare la scuola e ad aver incendiato la casa di una specie di guru che detestava, ma ammette anche che ciò gli è piaciuto e, non appena la psicologa lo sveglia dallo stato ipnotico, torna ad essere il ragazzo tranquillo e spaventato che era sempre stato.

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Poi c’è Frank, il coniglio inquietante che appare continuamente a Donnie e che, contrariamente a quello che si potrebbe pensare, non spaventa il ragazzo, anzi rappresenta un amico per lui. Frank rappresenta in qualche modo l’inconscio, il luogo dove sono nascosti tutti i nostri traumi e tutto ciò che la società non approverebbe, ma a forza di reprimere queste pulsioni si rischia di esplodere e questo coniglio nero e spaventoso che preannuncia la fine del mondo, altro non è che la ribellione delle pulsioni represse da Donnie. Nel momento in cui abbracciamo tutte le pulsioni represse e ci affidiamo a loro in tutto e per tutto, le cose non possono che peggiorare.

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Un altro personaggio estremamente interessante è l’insegnate di ginnastica del liceo che il protagonista frequenta: ossessionata dal guru cui Donnie brucerà la casa, non solo non accetta modelli alternativi a quello da lui proposto, ma anche quando si scoprirà che quest’uomo possedeva in casa diversi filmati pedo-pornografici, sosterrà che il tutto era un complotto per screditarlo e rinuncerà ad accompagnare un gruppo di ragazze (tra cui anche sua figlia) ad una competizione per cui si allenavano da mesi, in modo da andare in tribunale a difendere il guru che tanto la ossessiona.

Il film presenta due linee narrative che si contraddicono tra loro: una in cui Donnie si salva dallo schianto del motore in camera sua e un’altra in cui lui già sa, grazie al wormhole, che quel motore si schianterà su di lui e decide comunque di rimanere a letto ad aspettare la morte e mentre succede, ride. Questo permette di cambiare completamente la storia perché persone che erano morte a causa di Donnie, non muoiono poiché è lui a morire e, una specie di “Ritorno al futuro” versione dark.

In breve, “Donnie Darko” è un film estremamente complicato che bisogna guardare e sul quale si passeranno giorni e giorni a riflettere perché ti turba nel profondo e l’inquietudine che ti lascia è un qualcosa che va oltre il film, quasi una paura di noi stessi e di ciò che potremmo fare se accogliessimo tutti i nostri lati più oscuri e ci affidassimo completamente a loro.

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                                                                                                                             -A





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